sabato 14 gennaio 2017

Studio di Fattibilità del Tempio Crematorio: una prima analisi

Corri corri, ma dove vai?

Abbiamo letto attentamente il Piano di Fattibilità del Tempio Crematorio e abbiamo da subito notato alcune cose che possiamo definire tutto sommato “curiose”.
La prima è in merito alla sostenibilità ambientale del progetto, per il quale si scopre che è richiesta la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) e la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), dato che “il Forno crematorio può essere assimilato come tipologia di impianto ad un inceneritore” come è scritto nero su bianco nel Piano stesso!!!
Ben strano per un progetto che viene sbandierato essere come una caldaia di casa, vero?!!

Ma le “curiosità” non si fermano qui.

Già dalle prime pagine si può notare come l’area su cui dovrebbe sorgere il Tempio, misteriosamente diventa, appunto, “misteriosa”; nella Determina di affido dell’incarico per realizzare lo Studio di Fattibilità, infatti, l’area è ben individuata, mentre nel Piano invece si parla di “lotto tipo”
Delle due l’una, o si conosce il dove oppure c’è qualcosa che non torna!

E ancora:
nessun accenno all'impatto sociale e immobiliare dell’impianto, nessuna considerazione sul deprezzamento delle aree adiacenti, che ricordiamo può arrivare anche al 30%.

E inoltre:
poco per non dire nulla riguardo alle ricadute ambientali del Crematorio, cosa che appare incredibile per un territorio come il nostro che tanto ha già dato in termini ambientali, data la presenza di numerose centrali a Biomassa e Biogas autorizzate negli anni.

E pure:
la sostenibilità economica del progetto pare buona ad una prima lettura veloce.
Ma nel Piano non si fa nessun accenno alla costruzione del nuovo Crematorio a Conegliano, molto strano visto che il bando di quel comune è di marzo 2016…
Nel nostro Piano si parla di circa 1.500 salme all'anno, tra i residenti e i non residenti, il che equivale a una popolazione di circa 460.000 persone, un bacino secondo noi enorme che copre una fascia di comuni fino a ben 32 km.
Guarda caso però è grosso modo lo stesso bacino di “utenza” previsto dal dimenticato crematorio di Conegliano!
E quindi ci chiediamo: che conti sono stati fatti? E come sono stati fatti questi conti?

Un occhio infine anche alle tariffe:
come abbiamo già detto nel Consiglio Comunale di fine anno, Portogruaro si troverebbe a sopportare tutti gli oneri ambientali e sociali e i vantaggi in termine di tariffe sono veramente esigui, nell'ordine di circa 70 € a cremazione, ben poca roba!

Queste sono solo le prime considerazioni tecniche che possiamo fare in merito a questo Studio di Fattibilità, per fortuna che in Regione, illuminati sulla via di Damasco o più semplicemente resisi conto che esiste una Legge Nazionale che lo prevede espressamente, si è pensato bene di dare uno stop alle autorizzazioni per questo genere di impianto e proprio su questo abbiamo basato la nostra Mozione per lo stralcio del Progetto dal Piano annuale delle Opere Pubbliche.

Per due anni almeno il Tempio Crematorio non si può fare, punto.

Ora è tempo che si condivida con i cittadini il Piano di Fattibilità e lo si discuta nel merito e negli aspetti anche più delicati, in modo aperto e franco, senza evocare paure o “distese di tombe”.


giovedì 12 gennaio 2017

Un ripassino della storia sul Tempio Crematorio

Un ripassino della storia, perchè i fatti contano molto più delle parole.


Punto nascite: quanto dobbiamo attendere?

"In un villaggio viveva un pastorello che di notte doveva fare la guardia alle pecore di suo padre. Si annoiava e quindi, decise di fare uno scherzo: mentre le altre persone erano a dormire egli cominciò a gridare: "Al lupo, al lupo!" Così tutti si svegliarono e accorsero per aiutarlo. Ma il pastore burlone rivelò loro che era uno scherzo.
Questo scherzo continuò per parecchi giorni, fino ad una notte in cui un lupo venne veramente. Il pastore cominciò a gridare: "Al lupo, al lupo!", ma nessuno venne ad aiutarlo perché tutti pensarono che fosse il solito scherzo.
Così il lupo divorò tutte le pecore."
Non possiamo che sperare che questo ennesimo annuncio trovi la cittadinanza ancora fiduciosa che il punto nascite dell'Ospedale di Portogruaro venga presto rimesso in funzione.
Vero è che se a febbraio scopriremo che l'apertura sarà nuovamente rinviata non protremmo che farci delle domande sulla credibilità della classe dirigente e politica veneta, che da quasi un anno ci racconta la favola di questa leggendaria apertura.
Adesso abbiamo bisogno di fatti e non più di parole.