lunedì 23 gennaio 2017

Ecco qua.
Si ritorna a parlare di Elettrodotto, di San Nicolò, di interramento e di possibili sviluppi futuri.
Abbiamo appreso nell'ultimo Consiglio Comunale che il Comune di Portogruaro, per il tramite dell’Avvocatura della Città Metropolitana, ha proposto a Terna una bozza di convenzione da valutare e fare propria.
Ci viene immediato chiederci tra quanto Terna ci risponderà, perché abbiamo già visto in passato come con RFI i tempi erano dilatati oltre ogni immaginazione.
Il tempo infatti fino ad ora è stato usato per tenere buoni i cittadini senza però risolvere in modo definitivo il problema di questa linea che, come scritto anche nel Piano di Assetto del Territorio, è un fattore di blocco per lo sviluppo di questa zona.
Tra i vari punti dell’accordo viene chiesto a Terna di preparare uno studio di fattibilità per l’interramento della linea.
Ricordiamo a chi non ne fosse informato che uno studio del genere esiste già ed è stato preparato dal Comune di Portogruaro già dal 2006, per cui buona cosa sarebbe metterlo nel tavolo di lavoro e cominciare da lì per aggiornare quel documento e capire una volta per tutte dove andare .
Vigileremo, con ancora più attenzione, allenati dagli anni passati a combattere per la soluzione della questione, allenati da anni in cui abbiamo dato il nostro contributo insieme ai cittadini nel Forum Ambiente e nei tavoli di lavori di Agenda 21 già dal 2006, per arrivare anche nel 2013 ad approfondire la questione delle proprietà su cui insiste quell'elettrodotto, allenati da tanto farci girare a vuoto di passate amministrazioni.
Abbiamo anche visto negli anni scorsi passarci d’innanzi almeno 4 occasioni per sistemare la faccenda:
  • quando non abbiamo battuto con forza i pugni al superamento dei limiti di legge fino al 2003
  • quando RFI ha chiesto il permesso per aumentare la potenza della SottoStazione
  • quando è stata realizzata la nuova Metropolitana di Superficie
  • quando è stata realizzata la Tangenziale


Ora ci riproviamo, pronti a dar battaglia, per il bene di questa comunità, per il bene di San Nicolò, e per il bene di Portogruaro.


domenica 22 gennaio 2017

Tempio Crematorio: altre info!

Altre info sul Tempio Crematorio:
Dalla lettura dello Studio di Fattibilità notiamo già da subito come questo documento sia stato presentato giovedì 15/12/2016 mentre l'approvazione di questo documento da parte di questa amministrazione avviene il martedì successivo, con la deliberazione di giunta n.216 del 19/12/2016.
Pochi giorni quindi per vedere, valutare e alla fine approvare questo documento che di fatto permette di inserire l'opera nel piano annuale delle opere pubbliche.
Leggendo in modo approfondito il documento si può vedere che il "bacino di utenza" dei residenti si spinge fino e oltre Pordenone, fino a 32 km di distanza da Portogruaro, per un totale di circa 460.000 residenti.
Ben poco viene detto e considerato riguardo agli altri crematori già in funzione in zona e nulla viene accennato del crematorio che sarà costruito a Conegliano, benché l'iter amministrativo di quel crematorio sia già partito dal marzo 2016.
Già questo secondo noi pone molti interrogativi sul contenuto dello Studio.
Perché allargare così tanto il "bacino di utenza"?
Forse per garantire il canone al comune di Portogruaro? Boh.
Abbiamo già scritto nel post precedente delle particolarità ambientali di questo progetto, oggi invece ci soffermeremo sulla parte economica.
L'opera del valore di circa 1.800.000 € si basa su un finanziamento che copre di fatto tutto l'importo.
Per permettere quindi il recupero di tutto l'importo, più il costo della progettazione e il canone dovuto al comune di Portogruaro, più ancora i costi di gestione propri dell'opera (personale, luce acqua gas e manutenzioni ecc.) necessità che in questo crematorio si cremino circa 1.500 salme (tra salme e resti).
Tanti, veramente tanti, diciamo proprio troppi secondo noi.
Non considerare il crematorio di Conegliano, non considerare la prossima manutenzione straordinaria del crematorio di Marghera, non considerare che Pordenone potrebbe rimettere in funzione il proprio crematorio fa considerare i numeri della sostenibilità economica sotto tutta un'altra luce.
Facendo i conti con gli stessi parametri usati nello Studio di Fattibilità fa emergere  che se si passa dai 460.00 residenti a 330.000 (pari ad una distanza di 26 km cioè solo 6 km in meno) dopo 15 anni si fa solo in pari, che tutto vada bene.
Se poi si scende ulteriormente a 21 km, pari ad una distanza ragionevole, il Tempio crematorio semplicemente non diventa redditizio in 15 anni.
E chi pagherebbe allora? Il gestore ovviamente, che pare forse sia ben più di un privato, addirittura una partecipata da vari comuni, e se fosse così in definitiva pagheremmo noi cittadini!
Sarà per questo che ben 12 altri comuni del Veneto, hanno rifiutato di attuare questo progetto?
Se aggiungiamo queste criticità economiche alle già dette criticità ambientali si capisce bene che quest'opera così come è stata pensata non serviva alla nostra zona per dare un servizio, ma forse solo per la costruzione dell'opera in se, a vendere un forno e ben poco altro.